Lo stato d’anime del 1689 custodito nell’archivio parrocchiale di Santa Grata inter vites riporta una famiglia estesa, ricomposta sotto la paternitas di Giovanni Angelo, primogenito di Carlo. Sono lavoranti di terra in casa da massaro del canonico Pietro Morandi.
Sotto lo stesso tetto vediamo riuniti:
– il capofamiglia GiovanAngelo e la moglie Laura Roncalli, sposata a Scano nel 1682
– l’anziana madre Cecilia, dalla rispettabile età di 71 anni (arriverà a vivere ben 89 anni, morendo nel 1707)
– la coppia di sposini Carlo ed Elisabetta Lana, che si sono sposati l’anno precedente
– tre ragazzi che sono in realtà i nipoti, cioè i figli di Giovanni Rizzi e di Giulia Sirtoli, presumibilmente scomparsi lasciandoli orfani.
E’ un quadro abbastanza comune per l’epoca: in caso di disgrazie, i figli venivano affidati ai parenti più prossimi. Similmente, possiamo supporre che nel 1654 la povera Cecilia, madre di sei figli di cui uno appena nato, lasciata vedova dalla prematura scomparsa di Carlo, avesse trovato ospitalità ad Ossanesga, dove si era sposata e quindi dove si trovava la famiglia di origine.
La stessa disgrazia è toccata probabilmente alla figlia Giulia e quindi Giovan Angelo è diventato il capo della famiglia allargata che abbiamo visto nello SdA riportato sopra.
Dieci anni dopo, nel 1799, il parroco compila un altro registro di SdA. Questo documento è il più bello finora trovato negli archivi: una grafia bellissima, ordinata, dati completi e precisi. Da incorniciare, insomma.
Alla vigilia del diciottesimo secolo, vediamo la famiglia allargata con a capo Giovan Angelo e la moglie Laura, senza figli. La madre Cecilia che ora ha 81 anni, poi la famiglia del fratello Carlo e di Elisabetta con i primi quattro figli. Seguono il nipote Carlo Rizzi, figlio della scomparsa sorella Giulia e poi gli ultimi due nomi ci rivelano un’altra disgrazia familiare: sono i figli della sorella Caterina Sirtoli che aveva sposato Alessandro Burri, morto nel 1687. Anche per loro possiamo supporre lo stesso destino che è toccato ai figli di Giulia.
In un’altra pagina dello stesso registro, troviamo la famiglia di Giovanni Sirtoli, che si era trasferita in un’altra abitazione, come massaro di Domenica Minali.
Vi troviamo la moglia Caterina Canubini, più giovane di ben 14 anni ed i figli piccoli Cecilia, Giulia e Carlo. La piccola, purtroppo reca il simbolo della croce, indicando che è morta. Compare anche una Margherita del fu Gaspare, serva, di 17 anni.
A latere, molto distante dalla nostra famiglia, riportiamo un dato che ci informa di un altro Sirtoli che forse un giorno riusciremo a ricollegare all’albero.
Negli SdA del 1699 il secondogenito di Giovanni Rizzi e Giulia Sirtoli, Francesco, a differenza del primogenito Carlo che rimane con lo zio GiovanAngelo, è massaro di Domenico Lupini. Ma la cosa interessante è che in casa sua abita Francesca figlia di Antonio Circolo di anni 7, che è indicata come “nipote per sorella”: sarà quindi la figlia della sorella Maria (1673), la quale evidentemente ha sposato un Antonio Circolo, finora sconosciuto.
Osserviamo, peraltro, che se la piccola Francesca ha come padre Antonio Circoli e come nonna materna Giulia Circoli, dovrebbe esistere una dispensa vescovile che autorizzi il matrimonio. Forse in archivio diocesano troveremo preziose indicazioni sulle loro ascendenze?