Se ci pensiamo bene, l’espressione “albero genealogico” è inadeguata perché ciascuno è – contemporaneamente – punto di arrivo di tutti coloro che l’hanno preceduto e punto di partenza per quelli che seguiranno.
Eppure, tra tutti gli antenati che abbiamo imparato a conoscere nel corso delle nostre ricerche, Carlo e Cecilia hanno sempre avuto una simpatia particolare. Oggi, anche se conosciamo i nomi di antenati ancora più remoti, il nostro pensiero va sempre alla loro famiglia.
Il motivo è presto spiegato: per lungo tempo il riferimento più remoto è stato quel piccolo angolo di pagina dello Stato d’Anime del 1647 in cui compare una piccola famiglia costituita da Carlo, Cecilia sua moglie e tre bimbi piccoli.
Giovan Angiolo di sette anni, nato il 9 settembre 1640, con atto di nascita registrato ad Ossanesga. Portava il nome del nonno paterno, come da tradizione. Il padrino era una figura eminente di Fontana, che testimonia i rapporti già stretti con quel luogo: D(ominus) Alberto Viscardi.
Segue la piccola Giulia, battezzata ad Ossanesga il 19 ottobre 1642. Si è scoperto poi che il nome Giulia era quello della nonna materna. Possiamo allora ipotizzare che Barbara sia il nome della nonna paterna, ovvero la madre di Carlo.
Infine il piccolo Giovanni di un anno, nato in Borgo Canale il 28 gennaio 1646.
Il cognome appare Cirtoi che potrebbe essere la distorsione dialettale di Sirtoli, oppure la trascrizione corrotta del cognome Cirtoli, che abbiamo riscontrato in numerosi atti sia parrocchiali che notarili.
Questa pagina è stata ammirata nel corso del primo raduno dei Sirtoli nel 2012 come la testimonianza più remota che fosse stato possibile recuperare. Tuttavia, una attenta analisi dello stato d’anime dell’anno precedente, ha rivelato che la famigliola era già stata registrata!
L’assenza del cognome ha impedito di riconoscerla.
Qui Carlo è detto semplicemente “massaro di M(esser) Rocco”, e quindi sappiamo che era mezzadro di una importante famiglia del luogo e che dobbiamo localizzarlo alla Rebetta, secondo GM Petro’.
Messer Rocco Gilardi compare nella stessa pagina dello SdA del 1646 con la moglie Laura e quattro figli. Invece nel 1647 lo ritroviamo con un solo figlio.
Ricerca: nell’anno 1646/47 sono morti tre figli di Rocco Gilardi?
Tornando alla famiglia di Carlo e Cecilia, nell’archivio di Santa Grata inter vites troviamo gli atti di battesimo di altri quattro figli.
L’ultimo, Carlo, nasce due giorni dopo la morte prematura del padre, avvenuta a soli trentasei anni il 22 settembre 1654. L’atto di morte di Carlo non reca alcuna informazione sulle cause, né si potrebbe ipotizzare una malattia stagionale. L’ipotesi è che sia dovuta ad un evento accidentale.
Per un lungo periodo di più di trent’anni dal 1654 non abbiamo più notizie sulla famiglia. I Sirtoli ricompaiono a Santa Grata in uno SdA del 1689, dove il capofamiglia è Giovanni Angelo, ormai quarantacinquenne.
Possiamo però ipotizzare cosa sia successo in quei trent’anni indagando ad ampio raggio. Si scopre così che i coniugi Giovanni Rizzi e Giulia Sirtoli, dopo aver avuto il figlio Carlo nel 1669 a Fontana (battezzato in S.Grata), si spostano a Ossanesga dove hanno: Francesco (1671), Maria (1673, padrino Angelo Circoli, lo zio) e Gio Batta (1675).
Non avendo trovato in S.Grata gli atti di morte dei coniugi Giovanni e Giulia, è possibile che siano morti a Ossanesga tra il 1675 ed il 1689 (data in cui i loro figli iniziano a comparire nello stato d’anime con gli zii Sirtoli). Purtroppo non possiamo confermare quest’ipotesi perché i libri dei morti in quell’archivio partono da metà Settecento.